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Vittima del phishing, banca deve rimborsare

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view post Posted on 12/8/2021, 13:36     +1   -1
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The Leggendary Vampire
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Il giudice dà ragione ad un risparmiatore truffato su Internet da uno sconosciuto che si era spacciato per l’istituto di credito

Aveva inserito i codici della sua carta di credito in risposta ad una mail che aveva ritenuto gli fosse stata inviata dalla sua banca. Il risultato, poche ore dopo, era stata la sottrazione dal conto di oltre 5mila euro. La vicenda risale alla fine del 2019. Nei giorni scorsi il verdetto giudiziario a fronte della causa promossa contro la banca per non aver tutelato adeguatamente in correntista dall’insidia informatica. E’ stato infatti centrato il risultato del rimborso.

E’ successo a un sarzanese che, dopo essere finito nella trappola del cosiddetto phishing, si era affidato all’avvocato Alessandro Cipriani e ha ottenuto, alla distanza, il riconoscimento delle sue ragioni e rimborsato, seppurtein parte: nella misura del 75 per cento della somma sottratta. Per capire meglio la storia, spieghiamo cosa è il phishing. Si tratta di un raggiro mediante il quale terzi non autorizzati entrano nei sistemi informatici inviando messaggi in qualche modo riconducibili (con loghi contraffatti) ad altri soggetti, nel caso di specie un istituto credito, chiedendo all’ignaro risparmiatore di inserire le credenziali di accesso al conto. In tal modo riescono ad entrare nello stesso e ad effettuare prelievi di soldi..

"Il mio patrocinato - racconta l’avvocato Cipriani - ha ottenuto giustizia davanti il Tribunale di Massa che ha condannato una nota banca al rimborso delle somme sottratte dal suo conto corrente in modo illecito. L’uomo, nel dicembre 2019 aveva inserito credenziali di accesso al proprio conto corrente e alla propria carta di credito su indicazione di una email del tutto riconducibile (il simbolo e i colori erano identici a quelli tipici dall’istituto bancario) alla propria banca di fiducia. La sera stessa, dopo rituale controllo del conto, ha visto la sottrazione di 5322 euro, a causa di bonifici e di pagamenti disposti mediante carta di credito personale, mai autorizzati". L’uomo aveva sporto querela e chiesto il rimborso alla banca, anche mediante l’istituto stragiudiziale della mediazione civile. La banca tuttavia ha sempre respinto ogni addebito imputando al correntista la negligenza per aver inserito i codici senza accettarsi che l’email ricevuta fosse veritiera.

"Secondo la banca - aggiunge Cipriani - il testo della email era riconducibile a un tentativo di truffa informatica. Tuttavia, accogliendo le tesi difensive del correntista, il Tribunale di Massa ha ritenuto che sulla banca ricadesse una diligenza di natura tecnica, in quanto custode dei dati sensibili del proprio cliente. Ricade sulla banca l’onere probatorio di disporre di sistemi di sicurezza tali da impedire l’utilizzo illecito dei sistemi di pagamento da parte di terzi non autorizzati, onere non adempiuto dalla banca, che non è stata in grado di fornire, nel processo, adeguata prova sui sistemi di sicurezza adottati. Sarebbe bastato un sms alert.."
 
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