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Apple AirPods Pro, la prova Dieci giorni con le nuove cuffie bluetooth della Mela: suono di ottimo livello, eccellente comodità, cancellazione del rumore efficace. Ma su tutto vince l’esperienza d’us

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view post Posted on 11/11/2019, 16:10     +1   -1
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The Leggendary Vampire
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Secondo Apple, gli AirPods sono le cuffie più popolari del mondo: forse è vero, a giudicare dalla quantità di auricolari bianchi senza filo che si vedono nelle metropolitane di Milano e nelle strade di New York, sui bus di Londra e nei parchi di Berlino.

Ma la vestibilità è sempre stata un problema: rigidi e disponibili in una sola dimensione, per alcune persone gli AirPods sono semplicemente impossibili da tenere al loro posto. La mancanza di isolamento acustico li rende inadatti agli ambienti più rumorosi. E, anche se il modello di seconda generazione ha portato qualche miglioramento, il suono non è ancora all’altezza dei concorrenti più evoluti. Così, dalla scorsa settimana, alla famiglia di auricolari senza fili di Apple si aggiungono i nuovi AirPods Pro. Le somiglianze sono evidenti: la finitura bianca lucida, lo stelo sporgente e il corpo rotondo. Ma ci sono anche notevoli differenze. La più ovvia è la presenza di gommini in siliconi, più corti rispetto a molte cuffie in-ear, e di forma ellittica più che rotonda. Il corpo è più grande ma lo stelo è più corto, così gli AirPods Pro sono meno appariscenti.

Come sono fatti

Nello stelo si trovano i controlli: una pressione rapida avvia o mette in pausa la musica (o risponde a una chiamata in arrivo), una doppia pressione permette di passare al brano successivo, con una tripla pressione si va indietro; una pressione prolungata commuta tra le modalità di cancellazione del rumore. Quando si corre o si va in bici il sistema è forse meno pratico del tocco adoperato nei modelli precedenti, tuttavia il gesto è più naturale, e sembra che ci si stia semplicemente sistemando l’auricolare nell’orecchio.

Chi ha un Apple Watch può usarlo per controllare gli AirPods Pro: per regolare il volume è possibile ruotare la corona, altrimenti bisogna utilizzare i tasti dell’iPhone o chiedere a Siri (e ovviamente non funziona senza copertura cellulare o wi-fi). Gli auricolari sono resistenti al sudore e all'acqua, anche se in misura minore rispetto ai rivali dedicati allo sport. Nella confezione sono inclusi altri gommini, più grandi e più piccoli: vanno usati solo in casi speciali. Quali? Per deciderlo c’è un “Test aderenza copriauricolari” con cui scegliere i gommini che offrono la migliore tenuta e le migliori prestazioni acustiche. Servono solo pochi secondi, durante i quali l’iPhone riproduce un frammento di Awake di Tycho. Al termine, iOS 13 segnalerà se l’aderenza è ottimale o bisogna scegliere un’altra misura. Dal momento che il test è così importante, dovrebbe però apparire la prima volta che si sincronizzano gli AirPods Pro, e non essere nascosto nel menu Bluetooth (è necessario premere sull’icona Informazioni per trovarlo).

Gli auricolari Apple non entrano a fondo nel canale uditivo e non generano fastidio nell’orecchio: sono leggeri (5.4 grammi ciascuno) ed estremamente comodi. Grazie anche alla presenza di alcune aperture che permettono all'aria di passare tra l'orecchio e il mondo esterno e riducono quella sensazione di pressione che spesso si ha con le le cuffie a cancellazione di rumore.

Uguale e contrario

Il meccanismo della cancellazione rumore è un’evoluzione di quello adoperato sulle cuffie Bose, che per prime lo hanno introdotto su larga scala. Un microfono registra i suoni esterni e un circuito elettronico genera un segnale acustico uguale e contrario; idealmente, alla somma corrisponderebbe il silenzio assoluto, ma nella realtà molti fattori influenzano il risultato. Intanto le cuffie devono isolare nel migliore dei modi dai suoni esterni, poi il sistema deve essere estremamente reattivo, anzi dovrebbe lavorare in tempo reale. Così rumori prevedibili e costanti come il rumore di un treno o di un aereo sono praticamente eliminati, mentre suoni improvvisi come le conversazioni in ufficio sono ridotti a un sussurro.

Ogni AirPod Pro ha però due microfoni: uno esterno per rilevare il rumore da cancellare, e uno all'interno che misura quello ancora presente, e analizza anche come la musica risponde alla geometria individuale dell’orecchio. Un’operazione complessa, che viene effettuata 200 volte al secondo, e si dimostra particolarmente efficace. La cancellazione del rumore può essere attivata o disattivata, senza soluzioni intermedie come in altre cuffie. C’è la modalità "Trasparenza", che permette di ascoltare suoni esterni, utile ad esempio in aereo nel caso di annunci del pilota. Molte cuffie con eliminazione del rumore hanno una funzione simile, che però spesso suona artefatta e sintetica: con gli AirPods Pro, invece, è come avere delle cuffie non isolanti, ad esempio le Grado. Sembra di notare una leggera enfasi sulle frequenze medie che mette in rilievo le voci, tuttavia il risultato rimane assolutamente naturale.

Dietro questo risultato c’è lo stesso chip H1 degli AirPods di seconda generazione, che tra l’altro permette di abbinare le cuffie con iPhone solo aprendo la custodia accanto al telefono. Una finestra di dialogo si apre sullo schermo per collegarli, e poi qualsiasi altro dispositivo della Mela registrato con lo stesso ID Apple condividerà l'accoppiamento, rendendo immediato il passaggio tra iPhone e Mac, o Apple TV. Il chip H1 consente inoltre di supportare l'assistente vocale di Apple con il solito “Ehi Siri” (ma si può avviare anche con un pizzico allo stelo).

La durata della batteria è di cinque ore circa, però basta riporre gli auricolari per cinque minuti nella custodia per avere un'altra ora di ascolto. In totale è possibile arrivare a 19 ore in tre ricariche complete. La custodia è più grande di quella degli AirPods standard, e più piatta, così alla fine in tasca non si nota nessuna differenza; per ricaricarla c’è nella confezione il cavo lightning (ma con presa Usb-C), oppure si può usare una base compatibile con lo standard wireless QI.

Come suonano

Con Bang And Blame dei R.E.M. dalla versione remaster di Monster, se la cancellazione del rumore è disattivata il suono è leggermente più ricco e ritmicamente più preciso. C'è un velo di calore in più nella voce di Michael Stipe, un po' più chiarezza nella linea di basso, un impatto più coinvolgente nelle note e una maggiore coesione complessiva, ad esempio nella resa degli effetti. Non ci sono bassi esagerati, ma questo non vuol dire che gli AirPods suonano leggeri - il basso è solo più equilibrato e trattenuto. La gamma media è dove gli AirPods Pro rendono al meglio, con le voci riprodotte con molta precisione ma sempre naturali. Buona la definizione delle alte frequenze, ma senza cenni di aggressività.

Gli Airpods Pro raggiungono un risultato cui pochi auricolari intrauricolari possono ambire: combinano l'immediatezza insita nel design con un'ariosità molto difficile da raggiungere. La sensazione che il suono venga pompato direttamente nel cervello è meno intensa, e c'è sempre una sensazione di spazio che permette agli strumenti di esprimersi ciascuno nella propria individualità.

I giorni - Andante di Ludovico Einaudi nell’interpretazione di Daniel Hope è eccellente: le ottave più basse del piano sono riprodotte con grande realismo, il violino è chiaro ma dolce, la melodia è in primo piano. In The Spoils dei Massive Attack la voce di Hope Sandoval è trasparente, il basso è rotondo e presente, senza essere esagerato. Zero distorsione, anche in un brano difficile come Angel, ma il suono si indurisce un po’ ad alto volume. Passando a Nick Cave, Sun Forest dall’ultimo Ghosteen è una meraviglia di piccoli suoni, col piano e la voce del cantautore australiano profonda il giusto e i cori eterei ma ben intellegibili.

A voler scendere nei dettagli, la cancellazione del rumore aggiunge forse qualcosa alla suono degli Airpods Pro: un tocco di sibilanti più evidente nelle voci di alcune tracce e una leggera mancanza di calore, che è più evidente nel basso. Nel complesso la musica perde un po' d'impatto, forse a causa della pesante elaborazione digitale cui viene sottoposta quando sono abilitate la cancellazione del rumore o la modalità Trasparenza. Sono sfumature che pochi noteranno, se non forse gli audiofili incalliti, che comunque con ogni probabilità non si rivolgerebbero a questo tipo di auricolari.

Abbiamo poi provato gli AirPods in Vespa: a parte qualche contorsione per non farli cascare indossando un casco integrale, il suono poi è sempre molto buono. Le chiamate non sono un problema,: la tecnologia Apple rende possibili le conversazioni anche in luoghi rumorosi, tuttavia con l’aumentare dei disturbi esterni al nostro interlocutore la voce suonerà più ovattata.

Non solo iPhone
Con i Pro, Apple ha migliorato da ogni punto di vista i già ottimi AirPods, che sono tra le novità più interessanti presentate da Cupertino negli ultimi anni. Anche questo modello non è in assoluto quello che suona meglio di tutti (pensiamo alle Sony WF-1000XM3), o che vanta la cancellazione del rumore più efficace sul mercato, o che si distingue per il design più ricercato. Tuttavia l’esperienza d’uso è impeccabile, la comodità di ottimo livello, l’audio in grado di soddisfare anche i più esigenti; se avete un iPhone, con ogni probaibilità non vi servirà mai un altro paio di auricolari. Infine il prezzo: 279 euro, certo non basso ma in linea con i migliori concorrenti. La maggior parte sono compatibili con apparecchi Android e iOS, e questo vale anche per gli AirPods Pro: funziona quasi tutto, a parte Google Assistant.

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